lunedì 22 luglio 2013

Augusto Daolio, sempre Nomadi

Augusto Daolio

  
Pensieri

“Sono nato il diciotto febbraio 1947 a Novellara di Reggio Emilia, nel cuore della notte mentre freddo e brina duellavano con rami secchi di pioppie tigli. Sono nato al caldo e mi hanno chiamato Augusto, come un nonno che non ho mai conosciuto. Il cognome Daolio mi è stato dato da un uomo semplice e a suo modo dolce e complice. Dall’età di sedici anni canto in un gruppo che si chiama Nomadi, scrivo canzoni e giro il mondo. C’è un altro mondo dentro di me che racconto con il disegno e la pittura, lo faccio da parecchi anni e alberi, rocce, cieli, lune, ombre e altro popolano questi miei racconti. Ho esposto in giro per l’Italia, ho illustrato dischi, libri, cartoline, manifesti. Non disegno per riempire un vuoto ma per vuotare un pieno che è dentro di me e preme. Una specie di confessione, prima ad uno spazio bianco, poi ad occhi che guarderanno. Ho lo studio a Novellara in via de Amicis, il numero credo sia il quarantaquattro, non ho il telefono ma montagne di libri e di oggetti. Le notti invernali nella bassa hanno ancora il profumo delle mele sull’armadio.”
Sempre Nomadi

“Cerco di essere un uomo del mio tempo, ma sono anche un uomo antico, pieno di ciò che ho visto ed imparato. I miei disegni non hanno titolo… Mi interessa l’aspetto magico e segreto delle cose. Gli enigmi, le illusioni delle ombre. Ho bisogno di rappresentare tutto ciò che c’è dietro e dentro alle cose; il mondo surreale e fantastico che si cela nelle pieghe della notte e dei giorni. Disegnandolo cerco dimetterlo davanti a me come uno specchio anche se diventa un gioco ironico, sottile e melanconico. Ecco perchè disegno paesaggi spaesati confusi nella mente, carpiti un pò ovunque…In essi si nasconde l’uomo non sempre visibile ma che sà mescolarsi alle cose, scambia i ruoli, diventa cavallo e albero, un gesto, una mano, occhi e l’infinito cielo come teatro, come una messa in scena ideale.” 

“Sono stato fortunato: ho incontrato la musica, ho incontrato la poesia, ho incontrato l’arte, ho incontrato le parole. Voglio dire che non ho cercato niente.”
Augusto Daolio, sempre Nomadi
Sono come te allegro e ansioso, calmo e sorridente come nella tua fotografia. Il mio profondo non ha fine e quando mi rialzo risplendente alla luce elettrica delle feste anche la mia anima si rialza scrollandosi di dosso stanchezza oscurità e dolore.

Augusto Daolio, sempre Nomadi

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